È stato ampiamente riconosciuto in tutto il mondo che alcune malattie sono state parzialmente oscurate dalla pandemia, escluse ovviamente le urgenze mediche e chirurgiche.
La pandemia da Covid-19 ha prodotto danni collaterali per migliaia di persone che, affette da condizioni patologiche solo apparentemente gestibili nel tempo, hanno rinunciato alla prevenzione e alle cure per paura di contrarre il virus. Come drammatica conseguenza, i decessi per malattie cardiovascolari, metaboliche ed oncologiche, solo per citarne alcune, hanno subito una impennata nell’ultimo anno. Le misure di prevenzione la chirurgia di elezione, generale e specialistica, hanno dovuto registrare giocoforza un rallentamento che si tradurrà in un inevitabile allungamento delle liste di attesa.
Questa giustificata preoccupazione riguarda anche la Neurochirurgia, la Neurologia e le Neuroscienze in generale. Alcune patologi spesso esordiscono con disturbi non allarmanti che possono indurre i pazienti e le loro famiglie ad una condotta di attesa. Purtroppo, tuttavia, un ritardo diagnostico e terapeutico può comportare l’insorgenza di una disabilità neurologica invalidante o, peggio, la perdita della vita. Per fronteggiare questa sfida, è necessario sensibilizzare l’opinione pubblica su quei segnali spesso subdoli indicativi della esistenza di una lesione del Sistema Nervoso.
La cardiologia ha salvato molte vite umane con l’informazione cruciale che un dolore toracico può presagire l’insorgenza di un infarto del miocardio.
La sedentarietà forzata e la riduzione dell’attività motoria, cui sono andate incontro in questo periodo molte persone, oltre a provocare obesità, problemi metabolici e cardio-vascolari, hanno determinato una incidenza maggiore di mal di schiena, malattie della colonna vertebrale e delle articolazioni in generale, anche e ginocchia in particolare.
Con riferimento alla Neurochirurgia, Neurologia e Neuroradiologia, scoperte scientifiche straordinarie hanno rivoluzionato di recente le nostre conoscenze aprendo prospettive terapeutiche inimmaginabili fino a poco tempo fa. Le innovazioni sottese da questi progressi potrebbero motivatamente giustificare la necessità di investire in nuova offerta strutturale, al fine di aumentare i volumi di attività in Sicilia. L’efficacia di un siffatto investimento si dovrebbe misurare con la valutazione degli esiti clinici delle prestazioni.
La Sanità dovrà ripensare le modalità di erogazione dei propri servizi sulla scorta delle esigenze emergenti. Oggi i pazienti sono decisamente più vulnerabili psicologicamente. Psichiatria e Psicologia clinica saranno fondamentali per una piena ripresa di benessere. Per quelli affetti da deficit neurologici dovranno essere anche accresciute le opportunità di riabilitazione psicologica, motoria e cognitiva.
Prof. Francesco Tomasello
Presidente Onorario della Federazione Mondiale di Neurochirurgia
Pubblicato in parte su “GAZZETTA DEL SUD” del 26 Maggio 2021